Le ragioni per cui non si riesce a trovare un partner possono essere molte. C’è chi non desidera avere rapporti di coppia stabili, chi fatica a proporsi in ambito sentimentale e chi si angoscia per il fatto di essere single al punto da farne un’ossessione.
Che cos’è l’anuptafobia?
Si tratta di un disturbo che ha come centro la paura patologica di restare single. Chi ne soffre vede lo stare in coppia come un requisito base senza il quale la vita non è completa.
Sicuramente è una di quelle patologie a base sociale: per quanto le cose stiano cambiando rapidamente, viviamo ancora in una società fondata su valori tradizionali come quello della famiglia e del matrimonio.
Questo crea una forte pressione su ognuno di noi a cercare un partner. Basti pensare a come ritroviamo il messaggio dello stare in coppia come dovere di tutti in ogni media: dai film della Disney fino alle pubblicità, dalle canzoni alle serie.
Questa spinta ci accompagna sin dai primi amori in adolescenza, ma ha un picco esponenziale dai trent’anni in avanti. Per alcuni motivi specifici:
-Confronto: iniziamo a vedere i nostri amici sposarsi e fare figli e possiamo sentirci inadeguati. Se questo genera ansia in molti di noi per alcuni è l’inizio di un bisogno ossessivo di trovare un partner.
-Isolamento: il fatto che i nostri amici debbano dedicare molto tempo al lavoro e alla costruzione delle loro famiglie fa si che diventi sempre più difficile mantenere i rapporti. Questo porta a una maggiore solitudine che, se vissuta come imposta da condizioni esterne, non aiuta a combattere l’ansia.
-Tempo: le donne hanno un altro spauracchio da affrontare: il famigerato “orologio biologico” ovvero il calo della fertilità legato al passare degli anni. Questo ci può far sentire in una corsa contro il tempo, spingendoci a una fretta controproducente di trovare il partner adatto prima possibile.
Questi fattori possono far vivere questa fase della vita in maniera angosciante. Ci possiamo sentire inadeguati o sbagliati. Su queste basi può nascere un disturbo d’ansia o nei casi più gravi un’anuptafobia.
Lo status di single andrebbe vissuto come una fase in cui ci si trova più volte nella propria vita: avere qualcuno al proprio fianco è una risorsa importante perché aiuta il benessere psicofisico, ma non è indispensabile per una vita serena.
Sottovalutiamo troppo l’importanza di stare bene anche da soli. Che sia per un periodo o come scelta di vita, stare soli è una grande opportunità per crescere come persone lavorando solo su noi stessi. L’angoscia germoglia sull’idea che essere single sia un fallimento.
Come si riconosce l’anuptafobia?
Ci sono diversi segnali di sofferenza che emergono dal nostro mondo interiore se soffriamo di anuptafobia:
-Pensiero fisso: tutte le attività non lavorative hanno come scopo la ricerca di un partner. Si tratta di una ricerca ossessiva accompagnata da una forte carica di ansia.
-Bassa autostima.
-Tendenza alla dipendenza affettiva.
-Relazioni o rifiuti traumatici passati.
–Vittimismo: ci si sente vittima di un mondo che non ci capisce e si tende a lamentarsi costantemente della condizione di single.
-Categorizzare: si dividono tutte le persone nelle categorie “in coppia” e “single”. Questo diventa spesso anche un metro di giudizio a priori.
-Chiusura: ogni tipo di rapporto di coppia che non sia orientato alla stabilità/matrimonio/figli è criticato duramente.
Conseguenze:
Nonostante il matrimonio venga idealizzato come fonte di sicurezza in una coppia, chi soffre di questo disturbo tende a passare da un rapporto a un altro. Questo perché si cerca il partner perfetto. Trattandosi di un’ideale non viene mai raggiunto anche se si cerca di adattarsi alle esigenze del partner per non farsi lasciare.
Dal punto di vista sociale c’è un bisogno di ostentare felicità di coppia. Anche se in realtà si è insoddisfatti, si ha paura di venire giudicati con gli stessi criteri con i quali si giudicano gli altri.
Nei periodi in cui si è da soli, diventa impossibile godersi a pieno le attività perché ci si sente incompleti.
Si può superare l’anuptafobia?
Come ogni fobia anche in questo caso trova le sue basi nell’ansia che si traduce in un approccio ansioso alla vita focalizzato su di un aspetto specifico. In questo caso la paura di rimanere da soli.
La cura che si è dimostrata più efficace è la psicoterapia. Con l’aiuto di un professionista specializzato si potrà trovare l’origine e le motivazioni di questa paura e capire come liberarsene per riavviarsi verso il proprio percorso di soggettivazione (Cahn, 1998; 2010).
Quand’è il momento giusto?
L’anuptafobia non è la sola problematica che ci può impedire di trovare l’amore. Ce ne sono altre che sono comuni a tutti noi.
Quando cerchiamo l’amore ci possiamo trovare a provare sensazioni confuse che ci fanno sentire:
-Inadeguati.
-Di non meritare l’amore.
-Incapaci di trovare o scegliere la persona giusta.
-Vittime degli eventi.
Queste sono false credenze che abbiamo su noi stessi e dalle quali ci dobbiamo emancipare. Per fare ciò bisogna rafforzare l’autostima e la sicurezza in se stessi, prendersi cura del proprio benessere e uscire dalle nostre zone di comfort. Questo permetterà di aprirsi a nuove esperienze e conoscere nuove persone.
Quando incontriamo una persona sbagliata spesso è perché ancora non siamo pronti per affrontare una relazione seria e il nostro inconscio ci porta a scegliere chi sappiamo che non ha le carte in regola per poterci dare stabilità.
Un altro problema può essere nella prospettiva con cui guardiamo la nostra realtà. Possiamo vedere nei nostri amici, famigliari, e conoscenti persone che hanno quella dimensione di coppia che ci manca, oppure possiamo renderci conto che siamo già parte di una rete affettiva molto più grande della dimensione di coppia.
Questa ci può dare la forza di guardarci intorno liberi da ansia e dipendenza con quella sicurezza di base che ci renderà aperti a relazioni più sane.
Come mi posso aiutare a trovare l’amore?
Quando si cerca un amore che non arriva o peggio, si sono affrontati diversi rifiuti è facile finire per considerare il mondo, un posto cattivo dove nessuno ci apprezza per quello che siamo.
Questo potrebbe essere vero a metà: trovare la persona giusta è sicuramente difficile, ma magari ciò che non viene apprezzato di noi non ha nulla a che vedere con come siamo, ma come ci poniamo. Potremmo quindi provare a lavorare su noi stessi:
-Amarci prima di amare: imparare a volersi bene e accettarsi come persone complete fatte di pregi e difetti. Queste sono le base per porsi in maniera desiderabile agli altri. Insicurezza e insoddisfazione sono emozioni negative che nessuno inviterebbe nella sua vita di proposito.
-Non cedere alla disperazione: la ricerca dell’amore può diventare un’ossessione che ci fa sembrare disperati. Concentrarsi invece sui propri pregi e su come mostrarli, aiuta a rinforzare l’autostima e a porsi in maniera positiva.
-Non avere fretta: le scelte fatte di fretta raramente portano a buoni esiti. Forse è meglio prendersi il proprio tempo per valutare il partner e sentirsi pronti a investire nella relazione.
-Ampliare: provare nuove esperienze e luoghi legati alle nostre passioni ci darà l’opportunità di conoscere persone con le quali si ha già qualcosa in comune.
-Dare tempo all’altro: squalificare una persona dopo il primo appuntamento certe volte è un salva vita. Non bisogna però pretendere che una persona riesca a dare il meglio di sé in prima battuta. Tutti siamo nervosi o un po’ impacciati al primo appuntamento.
Dall’altra parte tendiamo anche ad avere grandi attese che è probabile non vengano subito soddisfatte. Un secondo appuntamento può confermare una cattiva impressione o ribaltarla, ma comunque ci darà la sicurezza di aver scelto con cura.
-Essere curati: prendersi cura di sé stessi dal punto di vista fisico e mentale ci rende più sani e sereni. Tutte qualità che contribuiscono al nostro benessere e ci fanno risultare attraenti.
-Uscire dal canone: tutti noi tendiamo ad avere uno o due “tipi” quando si tratta di scegliere potenziali partner. Il rischio è di scegliere sempre la stessa tipologia di persona con cui va a finire male sempre per gli stessi motivi.
Rompere questo circolo vizioso e provare a uscire con persone al di fuori dei nostri soliti schemi può aiutarci a vedere che la persona adatta a noi esiste, ma non gli permettevamo di avere una possibilità.
-Rinunciare a un ideale: il principe azzurro e l’amore perfetto esistono solo nelle fiabe. Nella realtà ci sono persone che s’incontrano in un momento della loro vita in cui i loro desideri e obiettivi sono allineati e sentono di voler proseguire insieme.
Lo scoccare dell’amore non dipende solo da chi siamo, ma anche da dove ci troviamo nel nostro sviluppo personale ed emotivo.
-Evitare il vittimismo: se ci accorgiamo di incolpare sempre fattori esterni quando le cose non vanno come vorremmo, è il momento di farsi qualche domanda e rivolgere lo sguardo all’interno. Inoltre lamentarsi aiuta a restare nella passività e a non agire per migliorarsi.
-Coltivare nuovi interessi: aiuta a non pensare solo alla ricerca di un partner, a crescere, a renderci più interessanti e sereni e a conoscere nuove persone.
-Evitare di essere ipercritici o acritici: accettare chiunque ci trovi interessante è altrettanto male che rifiutare chiunque non sia “perfetto” secondo i nostri canoni. Cercare di conoscere davvero chi abbiamo davanti ci aiuterà a scegliere con cura la persona più compatibile con noi o a scartarla, ma con cognizione di causa.
-Rispettare noi stessi: accontentarsi di situazioni sentimentali poco chiare, tossiche o peggio abusanti è l’opposto rispetto a trovare l’amore.
-Essere spontanei: se sentiamo la spinta a mostrare affetto o la nostra stima attraverso un complimento sincero, non tratteniamoci. Piccoli segnali di affetto o complimenti fanno sempre piacere e non sono compromettenti se li trasmessi in maniera sincera e rispettosa.
Se hai provato a mettere in pratica questi consigli, ma vedi che non portano risultati oppure se vedi che non riesci a seguirli per quanto ti sforzi è il momento di prenderti la responsabilità della tua felicità e chiedere aiuto a un professionista specializzato.
Lavorare su noi stessi è l’unico modo per uscire dalla passività di una situazione che ci sembra senza soluzione. Imparare a conoscersi nel profondo è un ottimo modo per capire come farsi conoscere in maniera più autentica dagli altri e vivere le relazioni, non solo quelle sentimentali, in maniera più serena e produttiva.
Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)
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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Non riesco a trovare l’amore: anuptafobia e altre cause”:
Cahn R. (1998). L’adolescente nella psicoanalisi. L’avventura della soggettivazione. Roma, Borla, 2000.
Cahn R. Una terza topica per l’adolescente? pubblicato in AeP Adolescenza e psicoanalisi. anno V, n. 1, pp.19-35, Roma, Magi, 2010.
DePaulo, B. M., & Morris, W. L. (2005). Singles in society and in science. Psychological Inquiry, 16(2-3), 57-83.
Sarkisian, N., & Gerstel, N. (2016). Does singlehood isolate or integrate? Examining the link between marital status and ties to kin, friends, and neighbors. Journal of Social and Personal Relationships, 33(3), 361-384.
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https://www.psychologytoday.com/us/blog/finding-love-the-scientific-take/201808/fear-being-single