Il bugiardo patologico: il problema della mitomania

Mitomane è un termine che usiamo per descrivere il bugiardo patologico. Si tratta di una persona che ha bisogno di esagerare o inventare fatti interessanti sulla sua vita. A differenza di una persona che ogni tanto mente il bugiardo patologico non ne può fare a meno.

 

Cosa vuol dire essere un mitomane?

Mentire è un qualcosa che è capitato a tutti di fare. A volte per non ferire i sentimenti di qualcuno, altre per far colpo a un primo appuntamento o a un colloquio di lavoro. Si tratta di una scappatoia facile, ma che ci si può ritorcere contro. Nonostante ciò c’è chi lo fa di continuo e senza riuscire a fermarsi. Si tratta di un disturbo chiamato pseudologia fantastica o mitomania.

 

Quando mentire diventa un disturbo?

Ernest Dupré (Dupré,1905;1925) fu il primo studiare la mitomania. Egli ritenne che le bugie fossero usate in questo caso principalmente per ottenere ammirazione o risultare semplicemente interessanti. Si tratta spesso di persone che desiderano una vita che non hanno le risorse economiche o il coraggio di vivere.

Il loro scopo non è ingannare di per sé quanto quello di dare alla realtà una forma più simile a quella desiderata. Si creano una vita immaginata da raccontare agli altri fatta di esperienze emozionanti e avventure incredibili. Finiscono così a spendere talmente tanto tempo a immaginare e raccontarsi in questa vita parallela da arrivare a ingannare anche loro stessi.

Quando mentiamo, sappiamo bene cosa è vero e cosa no, il mitomane invece tende a rendere sempre più sottile il confine fra bugia e realtà. Arriva a un certo punto a credere alle sue stesse storie come se fossero vere. Questo gli permette di fuggire da una realtà che non riesce ad affrontare.

Le bugie si accumulano rendendo impossibile tornare indietro senza perdere la faccia in un circolo vizioso senza uscita.

Una specie di elaborato meccanismo di difesa che permette di cambiare esperienze negative o una vita insoddisfacente in qualcosa di eccezionale.

La mitomania danneggia chi la mette in atto, ma anche chi fa parte del suo mondo, in particolar modo famigliari e amici. Se il suo castello di bugie crolla, il bugiardo patologico avrà una crisi dovuta al fatto di non poter ammettere prima di tutto a se stesso, che la sua vita è una menzogna. Per difendere l’illusione negherà anche l’evidenza e nei casi più gravi potrebbe diventare aggressivo verso chi insiste nello smascherarlo.

 

Come si riconosce un mitomane?

Le motivazioni che spingono il bugiardo patologico a mentire sono esistenziali non si tratta di un semplice vantaggio come per un truffatore:

-Camuffare la propria fragilità: i racconti esagerati servono a zittire le proprie insicurezze e a mostrarsi come ci si sente nella rappresentazione ideale di sé.

-Contrastare la depressione.

-Manipolare la realtà: sia la propria che quella altrui per dare corpo alle proprie fantasie.

-Distaccarsi dalla realtà: a forza di vivere nella menzogna finisce per diventare quella la sua realtà.

-Tenere a bada i sentimenti: deve sempre controllare il proprio coinvolgimento per non sentirsi in colpa verso le persone che inganna e finire per ammettere le sue bugie.

Queste motivazioni profonde sono un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie psicotiche in cui l’esame di realtà è compromesso in maniera ancora più severa.

 

La spirale di bugie del mitomane:

Si tratta di un’intricata ragnatela di bugie abilmente collegate per formare una narrazione che sembra perfettamente coerente. Ci può capitare quindi di finirci dentro senza che ce ne accorgiamo. Quando veniamo a scoprire la verità ci sentiamo traditi, la nostra autostima è sotto attacco e possiamo sentirci stupidi per esserci lasciati ingannare.

Solitamente questo però non avviene subito. Ci possono volere anni, periodo in cui abbiamo investito su un partner che non ci ha mai detto cosa facesse davvero o che ci ha tradito ripetutamente.

 

Che differenza c’è tra bugiardo patologico e bugiardo compulsivo?

Seppure accomunati dal ricorso continuo alla bugia si tratti di due profili psicologici diversi:

-Bugiardo compulsivo:

  • Mente per affrontare una realtà che non riesce ad accettare.
  • Mentire gli dà sollievo e dire la verità lo mette a disagio.
  • Mente in maniera compulsiva (non ne può fare a meno).
  • Si sforza di reprimere l’empatia.

-Bugiardo patologico:

  • Manipola gli altri volontariamente.
  • E’ un egoista.
  • La bugia è un mezzo per raggiungere uno scopo.
  • Non prova empatia o rimorso.

 

Quali sono le cause della mitomania?

La bugia, per chi soffre di questa patologia, è vista come l’unica forma di salvezza per difendersi da un mondo che per tutta la vita gli ha negato la felicità, l’affetto e il riconoscimento necessari a sviluppare un’autostima di base. Nella sua ottica crearsi un personaggio degno di amore e rispetto diventa l’unica scelta.

Una grande maschera che gli permetta di nascondere il vuoto che sente dentro e la profonda disperazione che lo accompagna costantemente. Si tratta di un problema a due fattori:

-Il bugiardo patologico crea una realtà in cui le sue fantasie possono prendere vita e dargli un’esistenza migliore in cui possa ricevere l’affetto di cui non si sente degno.

-Per mantenere in vita questo castello di carte è disposto a sacrificare qualunque cosa, relazioni comprese.

Una mistificazione che danneggia tutte le persone che ci finiscono dentro.

Tenere a mente che non si tratta di una persona malvagia, ma disperata e bisognosa di affetto può aiutare a mettere le cose in prospettiva e aiutarla a trovare l’aiuto di un professionista specializzato.

 

Il senso di mentire secondo la Psicologia

Le bugie da un punto di vista psicologico possono avere diverse funzioni:

-Evitare le conseguenze: sin da bambini le bugie sono un modo di evitare di essere puniti. Questo meccanismo, se viene interiorizzato, può prolungarsi anche nella vita adulta.

-Bisogno di approvazione: si mente per mostrarsi migliori di ciò che riteniamo di essere. Questo è un segnale di un problema di bassa autostima e insicurezza.

-Difendere la privacy: a volte mentiamo perché non vogliamo condividere informazioni personali.

-Prevenire i conflitti: le bugie possono essere usate per evitare di trovarsi in situazioni di conflitto.

-Affermare il proprio status: nelle dinamiche di potere mentire è usato da chi si sente in una posizione svantaggiata per mettersi alla pari o al di sopra dell’interlocutore per ottenere i suoi scopi.

Il punto comune è che le bugie sono uno strumento di relazione di tipo manipolativo, la differenza cruciale sta nell’intenzione e nel livello di consapevolezza con cui si usano.

La ricerca in psicologia dimostra che le bugie patologiche nascondono diversi disturbi della personalità, degli affetti e dell’autostima.

La psicoterapia è lo strumento necessario per trovare l’origine del bisogno di mentire e a quale conflitto con l’immagine di sé corrisponda. In questo modo si potrà risolvere la dipendenza della persona dal giudizio esterno che la porta a nascondere il suo vero sé (Winnicott, 1971).

 

Come gestire il rapporto con un bugiardo patologico:

Se ti rendi conto che nella tua vita c’è un bugiardo patologico, è importante capire come interagirci salvaguardando il tuo benessere psicofisico.

Le persone invischiate nella rete di bugie sono usate per dare solidità alla vita immaginaria del mitomane. Questo porta danni emotivi e all’autostima di chi vi interagisce abitualmente.

Il bugiardo sceglie persone gentili e mansuete e facendo leva sulle loro insicurezze le manipola. Per uscire da questa rete è essenziale lavorare su se stessi e in particolare a rafforzare il rispetto di sé e la propria sicurezza.

Non è un lavoro semplice, ma puoi incominciare provando a lavorare su te stesso:

-Prenditi la responsabilità della tua felicità: solo tu puoi decidere di uscire da una relazione tossica.

Non accontentarti: restare in una relazione insoddisfacente è una scelta così come lo è decidere di meritarsi di più. Il vero amore si basa su rispetto, sostegno reciproco e un obiettivo di vita condiviso.

-Credi in te: non mettere da parte la tua dignità per soddisfare i desideri di qualcun altro. Riparti dal mondo reale e costruisci il tuo percorso di soggettivazione (Cahn, 1998; 2010). Il soggetto della tua vita devi essere tu.

Se ti rendi conto di non riuscire a trovare le forze per uscirne può essere necessario intraprendere un percorso di crescita accompagnati da uno psicoterapeuta esperto.

 

Come posso aiutare un bugiardo patologico:

Se pensi che qualcuno nella tua vita soffra di questi disturbi la cosa migliore da fare è aiutarlo ad accettare di aver bisogno dell’aiuto di un professionista specializzato. Questo è il primo grande scoglio da superare per avviarsi verso una vita serena in un rapporto autentico con se stesso.

Non è per nulla semplice, se la bugia patologica nasconde disturbi più complessi, come ad esempio un narcisista patologico perverso, potrebbe reagire in maniera aggressiva. Per questo è bene chiede consiglio a un terapeuta prima di andare a scoprirgli le carte.

 

E se il bugiardo sono io?

Se ti riconosci in questo profilo, ma non riesci a smettere di mentire prova a riflettere su te stesso:

-Autoconsapevolezza: il primo passo è il più difficile, ovvero accettare di avere un problema che sta peggiorando la qualità della mia vita e di chi mi sta intorno.

-Mentire è comodo: permette di fuggire dagli aspetti della realtà che non ci piacciono, dallo stress e dai problemi. Si tratta però di un falso amico che come Lucignolo con Pinocchio consiglia sempre la strada più facile, mai quella migliore.

Si tratta di un passo estremamente difficile da fare, ma chiedere aiuto a un professionista specializzato è il solo modo per arrivare a liberarsi di questo Falso Sé che in realtà è solo una maschera pesante e vivere una vita più serena in compagnia del proprio Sé autentico (Winnicott, 1971).

Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)

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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Il bugiardo patologico: il problema della mitomania”:

Cahn R. (1998). L’adolescente nella psicoanalisi. L’avventura della soggettivazione. Roma, Borla, 2000.

Cahn R. Una terza topica per l’adolescente? pubblicato in AeP Adolescenza e psicoanalisi. anno V, n. 1, pp.19-35,  Roma, Magi, 2010.

Dupré, Ernest (1905) La Mythomanie, étude psychologique et médico-légale du mensonge et de la fabulation morbides, par M. le Dr Ernest Dupré, Ouverture du cours de psychiatrie médico-légale (2e année, 1905), Paris: impr. de J. Gainche, In-8°, 68 p., Extrait du “Bulletin médical”. 25 mars, 1er et 8 avril.

Dupré, Ernest (1925) Pathologie de l’imagination et de l’émotivité, Paris: Payot , 1 vol. (XXII-503 p.).

Winnicott D. W. (1971). Gioco e realtà. Fabbri Editore: Milano.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/sites/books/NBK606104/

https://www.psychologytoday.com/us/blog/freud-fluoxetine/202102/lying-and-pseudologia-fantastica?msockid=351ac0fd2b146c5732fad4522a046d9d

https://sipm.it/didattica/la-falsificazione-mnemonica-e-la-pseudologia-fantastica/

https://www.stateofmind.it/2017/04/winnicott-vero-se-falso-se-uso-oggetto/

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