La tristezza viene spesso demonizzata quando in realtà è un’emozione tra le più umane e naturali. La proviamo dopo un lutto, la fine di un amore o un’amicizia, ma anche solo dopo una frustrazione o al mancato raggiungimento di un traguardo.
Dobbiamo stare in guardia solo quando notiamo che inizia a influenzare la nostra vita sociale e lavorativa o quando non riusciamo più a liberarcene. La tristezza deve fare il suo corso è vero, ma senza causare danni. Questo vuol dire che anche se sto passando un momento triste riesco comunque a mantenere i miei impegni quotidiani.
Per quanto possa fare male, la tristezza solitamente passa quando abbiamo elaborato ciò che ci ha reso tristi. Quando la tristezza dura per un lungo periodo, diventa più intensa e inizia a intromettersi nella nostra vita quotidiana, può trasformarsi in qualcosa di più grave e profondo: un disturbo depressivo (ICD-11, 2021 e DSM-5 TR, 2023). La depressione è una condizione che richiede un intervento terapeutico per essere superata in quanto dura nel tempo e non va sottovalutata perché può avere gravi conseguenze.
Che differenza c’è tra tristezza e depressione?
-Tristezza:
- E’ un’emozione naturale che provano tutti quando affrontano eventi dolorosi o difficili.
- Passa con il tempo o quando la situazione che l’ha provocata viene superata.
- Può essere molto forte, ma ci permette ancora di provare piacere in alcune attività, mantenere rapporti sociali e continuare a svolgere le nostra attività quotidiane.
-Depressione:
- E’ un disturbo dell’umore: provoca sintomi persistenti e pervasivi.
- E’ una condizione clinica che può presentarsi anche senza una causa apparente.
- Dura per settimane, mesi o anche anni e se non curata a vita.
- Compromette i nostri rapporti sociali e il lavoro.
Quali sono i sintomi della depressione?
-Umore triste per la maggior parte del tempo.
-Senso di vuoto o disperazione persistente.
-Perdita di interesse o piacere per le attività che prima erano gratificanti.
-Sentirsi spesso in colpa o inutile.
-Pensare spesso alla morte o al suicidio.
-Sonnolenza, affaticamento cronico o mancanza di energia.
-Aumento o perdita dell’appetito.
–Disturbi del sonno: insonnia, ipersonnia e clinomania.
-Problemi di concentrazione e costanti pensieri negativi.
Per una descrizione dettagliata si vedano i più recenti manuali diagnostici (ICD-11, 2021 e DSM-5 TR, 2023).
Cosa trasforma la tristezza in depressione?
Il passaggio da essere tristi a essere depressi può avvenire molto gradualmente e per questo essere difficile da riconoscere. Ci possono essere diversi fattori che aiutano questo passaggio a cui fare attenzione:
-Un evento negativo: la morte di una persona vicina, una delusione sentimentale o una malattia possono portare una tristezza intensa e duratura. Quando non riusciamo ad affrontarli possono portarci verso la depressione.
-Storia familiare: avere in famiglia casi di depressione può indicare una predisposizione genetica o un modello di comportamento familiare per cui si reagisce alle avversità deprimendosi.
-Fattori biologici: squilibri nella chimica del cervello possono portare a una scarsità di serotonina, noradrenalina e dopamina, sostanze chimiche che il nostro corpo usa per regolare il tono dell’umore.
-Fattori psicologici e ambientali: alti livelli di stress prolungato, isolamento sociale, problemi economici e relazionali sono fattori che possono contribuire a deprimerci.
-Pensieri negativi e convinzioni false: una visione distorta e negativa di sé stessi, del mondo e del nostro futuro è alla base del pensiero depressivo.
Cosa posso fare se sono depresso?
Se ti rendi conto che la tristezza anziché attenuarsi ti lascia senza speranza per il futuro, incapace di lavorare, mangiare o dormire è il segnale che potresti aver sviluppato un quadro di depressione.
Solitamente quando soffri di depressione vai a dormire e ti svegli con una sensazione di tristezza e di incapacità, sentendoti inutile, disperato o in colpa. Il tuo livello di autostima è basso indipendentemente da quello che gli altri ti dicono ed è facile che trovarsi a pensare alla morte e al suicidio.
La prima cosa da fare è non sottovalutare o nascondere la situazione. Molti hanno paura di essere giudicati o pensano che soffrire, in una certa misura, faccia parte della vita adulta normale. Questo porta a cercare di nascondere il proprio stato depressivo cosa che lo farà solo aggravare e rendere più difficile da superare.
Una volta accettato di avere un problema è il momento di chiedere aiuto a un professionista specializzato. La psicoterapia ti permetterà di andare a riattivare quel dialogo con te stesso che si è interrotto cristallizzandosi su di un’immagine di te misera e per cui non c’è nulla da fare.
Il cambiamento non ci deve spaventare poiché è sintomo che siamo attivi nel nostro percorso di soggettivazione (Cahn 1998; 2010).
Come posso aiutare chi è depresso?
Il supporto di famigliari e amici è estremamente importante nel determinare la qualità della vita di una persona depressa. Aiutare chi soffre di depressione ad accettare la propria condizione e cercare aiuto può essere un compito difficile.
Un buon punto di partenza può essere quello di far sentire alla persona che non ha nulla di cui vergognarsi e che siete disposti a dargli ascolto e supporto. Chi soffre di depressione spesso fatica a cercare aiuto per timore di dare fastidio o di essere un peso per gli altri.
Per questi motivi è importante essere presenti nella vita della persona, essere pazienti, anche se non ascolta i vostri consigli, e cercare di capirla. Si tratta di dare quel supporto necessario a uscire di casa per svagarsi, a dedicarsi a un’attività fisica e recuperare i rapporti sociali.
Anche se va avanti da molto tempo la depressione può essere curata con il supporto di un professionista specializzato. La psicoterapia aiuterà a capire le origini e le motivazioni dietro la patologia così da renderla superabile.
Il sostegno dell’ambiente è fondamentale, ma mai quanto la motivazione del paziente, perché la terapia può richiedere molto tempo e impegno. Lo sport, il coinvolgimento sociale e altre azioni legate alle passioni della persona possono aiutarla ad avere più energie per affrontarla.

Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)
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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Sono “solo” triste? la differenza tra essere tristi ed essere depressi”
Cahn R. (1998). L’adolescente nella psicoanalisi. L’avventura della soggettivazione. Roma, Borla, 2000.
Cahn R. Una terza topica per l’adolescente? pubblicato in AeP Adolescenza e psicoanalisi. anno V, n. 1, pp.19-35, Roma, Magi, 2010.
Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5 TR. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2023.
World Health Organization (2021). ICD 11: International statistical Classification of Diseases and related health problems (11th ed.).