Non tutte le relazioni rispondono a un bisogno d’amore. In alcuni casi ci sono spinte meno sane che portano a scegliere un partner o a restarci assieme anche quando le cose iniziano ad andare male.
Il discorso non riguarda solo le situazioni di abuso, più o meno evidente, ma anche quando semplicemente il partner non soddisfa i nostri bisogni evolutivi e di benessere.
Perché non esco da una relazione che non funziona?
-Bassa autostima:
Chi ha una bassa stima di sé tende a ritenersi poco attraente o di non meritare un partner. Questo porta ad aspettarsi poco dal partner o addirittura sentirsi fortunati per aver attirato l’attenzione di qualcuno.
Partendo da questi presupposti si tende ad avere relazioni brevi che contribuiscono a tenere l’autostima bassa e portano ad attaccarsi a ogni nuovo rapporto. In parte per la paura di tornare a essere soli e in parte perché le aspettative sono state soddisfatte.
Quel che manca è un buon “livello di confronto” ovvero un metro di paragone sano che permetta di aspettarsi dei benefici oltre al basilare superare la solitudine e avere una vita sessuale.
–Idealizzazione:
Tutti noi tendiamo a vedere i nostri partner in maniera positiva, a volte anche più di quanto effettivamente siano. Fa parte dell’innamoramento ed è particolarmente forte all’inizio di una nuova relazione.
Questa illusione positiva è importante per la soddisfazione e la coesione di coppia.
In una relazione disfunzionale questo avviene ugualmente, ma in maniera acritica. Invece che accettare il partner come una persona con pregi e difetti si tende a vederne solo i pregi negando o giustificando i difetti.
–Apparente mancanza di alternative:
Chi resta in una relazione insoddisfacente spesso lo fa perché pensa di non avere alternative.
Questo può derivare da diversi fattori:
- Incapacità a stare da soli.
- Bassa autostima:
non ci si ritiene capaci/meritevoli di trovare qualcosa di meglio o anche solo di diverso.
- Modello famigliare negativo:
il tipo di rapporto che abbiamo visto nei nostri genitori è il primo modello di coppia che abbiamo conosciuto e che cercheremo molto spesso di riprodurre.
–Venire manipolati:
Quando si intuisce o si teme che il proprio partner stia per porre termine alla relazione non tutti hanno la maturità di reagire affrontando la situazione. Alcune persone cercano di scongiurare la cosa manipolando il partner.
Questo può avvenire in diverse maniere:
- Svilire il partner cercando di minare la sua autostima.
- Fare leva sul senso di colpa.
- Minacciare di suicidarsi.
- Minacciare di fare del male a futuri partner.
Si tratta di un abuso emotivo con il quale l’altra persona viene, di fatto, tenuta in ostaggio nella relazione.
–Investimento di risorse personali:
In ogni relazione mettiamo in gioco non solo i nostri sentimenti, ma anche le nostre risorse: il tempo, gli affetti, i soldi e i beni in comune. Condividere una casa, una macchina e ancor di più avere dei figli possono essere forti deterrenti a chiudere una relazione.
Il rischio nel farsi guidare da questi è quello di rassegnarsi all’infelicità. Si usa la difesa della razionalizzazione dicendosi che l’amore svanisce per tutti col tempo e che un certo grado d’infelicità sia un sacrificio necessario per avere una famiglia.
–Confondere l’amore con la dipendenza:
In certi casi l’incapacità di uscire da una relazione disfunzionale è legata a una dipendenza affettiva o dipendenza emotiva. In questi casi c’è un rapporto totalizzante di dipendenza dal partner per cui si finisce per perdere di vista se stessi. La persona è convinta di amare il partner mentre invece ne è dipendente.
Come si esce da una relazione tossica?
Se hai il dubbio di essere in una relazione insoddisfacente un buon punto di partenza può essere confrontarti con amici e parenti. Un punto di vista esterno e da parte di chi non è coinvolto emotivamente nella situazione può aiutarti ad avere una prospettiva più lucida della situazione.
Se sei un amico di una persona intrappolata in una situazione affettiva malsana non sottovalutare l’importanza della tua vicinanza.
Se ti rendi conto che la tua situazione sentimentale è tossica, ma non riesci a uscirne è il momento di chiedere aiuto a uno psicoterapeuta professionista.
Con la psicoterapia andrai a rafforzare la tua autostima che è alla base della conquista dell’indipendenza emotiva. In questo modo potrai riprendere il tuo percorso di soggettivazione (Cahn 1998; 2010) dove si era interrotto.
Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)
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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Perché restiamo in relazioni insoddisfacenti?”:
Cahn R. (1998). L’adolescente nella psicoanalisi. L’avventura della soggettivazione. Roma, Borla, 2000.
Cahn R. Una terza topica per l’adolescente? pubblicato in AeP Adolescenza e psicoanalisi. anno V, n. 1, pp.19-35, Roma, Magi, 2010.