Capire perché reagiamo alla rabbia piangendo è un buon punto di partenza per migliorare la gestione delle emozioni e allontanarsi da meccanismi dannosi ai quali ricorriamo a volte senza neanche rendercene conto.

Appena nati è piangendo che comunichiamo per la prima volta. Ancora prima di imparare a parlare il pianto è lo strumento per comunicare ogni nostra esigenza primaria: sonno, fame e bisogno di affetto. Nella vita adulta lo utilizziamo per esprimere emozioni complesse: tristezza, spavento, paura, rabbia, ma anche gioia e commozione.

Perché piango quando sono arrabbiato?

Prima di tutto capiamo cosa si attiva nel nostro corpo quando ci arrabbiamo. Il sistema nervoso centrale entra in allerta dando il via a risposte fisiologiche:

Aumenta il battito cardiaco.

Il sangue defluisce ai muscoli preparandoli all’azione.

Si accelera la respirazione.

Si dilatano le pupille.

Viene rilasciato il cortisolo (l’ormone dello stress).

Si tratta di un meccanismo di difesa istintivo. Nella preistoria ci serviva per essere pronti a fuggire o attaccare un pericolo per garantirci la sopravvivenza.

Anche se adesso è difficile trovarci in pericolo di vita, la rabbia genera comunque uno stress sufficiente ad attivare questo meccanismo. Spesso è così intensa che non riusciamo a calmarci rapidamente e a mettere in parole le nostre emozioni. Per questo motivo piangiamo. Ci permette di sfogare più rapidamente la rabbia e di allentare la tensione della situazione.

Piangere ha anche un effetto chimico: le lacrime contengono encefalina-leucina, che con il suo effetto analgesico ci fa sentire meglio dopo aver pianto.

La ricerca in psicologia ci spiega che le lacrime sono una reazione a un’emozione intensa a livello istintivo e uno strumento di comunicazione a livello sociale. In questo secondo ambito servono a comunicare, in maniera non verbale, all’altra persona che ha superato il limite e a stimolare empatia e sostegno in chi ha osservato l’interazione.

Perché piangere fa bene:

William H. Frey (Frey, 1985), biochimico e ricercatore, sostiene che piangere non sia solo una risposta a situazioni spiacevoli, ma anzi possa essere salutare.

Piangere aiuta a ridurre lo stress e a prevenire gli effetti che questo può avere sul corpo: dal burnout a malattie cardiache.

Frey ha concluso che piangere:

Ha un effetto calmante poiché abbassa la pressione sanguigna.

Elimina alcune tossine che vengono espulse attraverso le lacrime.

Riduce affaticamento e irritabilità facendo espellere il manganese.

Come posso imparare a gestire la rabbia?

Il pianto è un meccanismo naturale e può essere benefico. Questo non significa che sia l’unico modo per calmare la rabbia.

Di seguito troverai alcuni esercizi che puoi provare per imparare a gestire la rabbia:

Aspettare prima di parlare: la rabbia porta a desiderare di reagire immediatamente. Cerca di darti il tempo per pensare, questo ti permetterà di evitare di dire cose di cui potresti pentirti in seguito e di dare il via all’escalation.

Usare l’autoironia: evitare di prendersi troppo sul serio aiuta a dare meno peso anche agli stimoli negativi che ci arrivano dall’esterno. L’umorismo in certe situazioni può depotenziare una situazione di tensione con una risata liberatoria.

Praticare uno sport: l’attività fisica è molto utile per sfogare il nervosismo ed evitare che si accumuli al punto da farci arrabbiare inutilmente.

Tenere un diario: mettere per iscritto il tuo vissuto è un buon modo per rifletterci sopra e vederlo in prospettiva.

Ascoltare musica: la musica giusta può cambiare il tuo stato d’animo perché suscita essa stessa ricordi ed emozioni. Per alcuni è utile per allontanarsi da pensieri che suscitano rabbia per altri invece per sfogarli.

Se questi suggerimenti non bastano o vedi che non riesci a metterli in pratica chiedere aiuto a uno psicoterapeuta specializzato potrebbe essere ciò di cui hai bisogno.

La rabbia può essere gestita, avviare un percorso terapeutico ti aiuterà a non esserne più vittima imparando a conoscerti meglio e ad avviarti verso una vita più serena.

Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)

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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Lacrime di rabbia: perché quando mi arrabbio, piango?”:

Frey W. H., “Crying: The Mystery of Tears”, Minneapolis, Minn. 1985, Winston Press.

Saleh N., “The Effects of Crying”, https://www.psychologytoday.com/gb nel 2015. https://www.psychologytoday.com/gb/blog/the-red-light-district/201508/the-effects-crying

Shilton A.C., “In Defense of a Good Cry, and Other Options for ‘Losing It’”, The New York Times, 7 maggio 2020. https://www.nytimes.com/2020/05/07/smarter-living/coronavirus-losing-control.html

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