Con esaurimento nervoso ci riferiamo alla popolarizzazione del termine nevrastenia coniato dal neuropsichiatra americano George Miller Beard che la utilizzò per indicare una condizione di costante affaticamento debilitante.
Il termine moderno “esaurimento nervoso” fa parte del linguaggio popolare e indica uno stato di stanchezza fisica e mentale pervasivo.
Quali sono i sintomi dell’esaurimento nervoso?
- Senso eccessivo di fatica.
- Difficoltà a concentrarsi.
- Debolezza.
- Stanchezza cronica.
- Vertigini.
- Mal di testa.
- Disturbi del sonno.
- Riduzione della capacità di provare emozioni piacevoli (anedonia).
- Irritabilità.
Molti di questi sintomi sono comuni a quelli che sperimenta chi soffre di disturbi depressivi o ansiosi assieme ad apatia, svogliatezza, tristezza inconsolabile e frequente malinconia.
Ciò che distingue l’esaurimento nervoso è il suo manifestarsi in maniera intensa, dopo un periodo di stress continuo. I fattori stressanti (stressors) sono tutto ciò che minaccia o rompe la stabilità affettiva e situazionale. Senza di esse le nostre capacità adattive tendono a bloccarsi e non siamo più in grado di far fronte alle difficoltà quotidiane.
Basta eliminare lo stress?
Un periodo in cui non si è riusciti a contrastare i fattori stressanti tende a lasciare degli strascichi anche quando lo stress cala d’intensità. Ad esempio possono restare sentimenti di fallimento, ci si può percepire come deboli o sbagliati. Questo tipo di autosvalutazione può diventare stabile e portare verso una vera e propria depressione.
Il circolo vizioso:
Il sentirsi inadeguati, deboli o sbagliati può manifestarsi anche prima contribuendo a creare un meccanismo autoalimentante per cui più ci si sente deboli meno si riesce a reagire e più la situazione sembra insormontabile.
Il contesto ambientale e familiare può essere di grande aiuto se supporta la parte sana. Se invece parenti, compagni di classe o colleghi prendono un atteggiamento giudicante e accusatorio si trasformano loro stessi in fattori stressanti peggiorando una condizione psicofisica già compromessa.
Cosa posso fare?
La psicoterapia ci può aiutare: un intervento mirato ci aiuterà a comprendere le origini di ciò che ci porta a interpretare e reagire agli stressors in maniera autodistruttiva. Questo sarà la base per trovare in sé gli strumenti per reagire e avviarsi verso una vita più serena.