I meccanismi di difesa sono quelle operazioni che la nostra mente attiva in maniera quasi sempre inconscia per proteggersi dall’angoscia e dal dolore, tenendoci all’oscuro di ciò che non vogliamo vedere.
Si tratta di processi mentali normali che usiamo per adattarci alle situazioni che la vita ci propone allo scopo di tutelare il nostro equilibrio psichico. Le difese però possono essere mature e lavorare al servizio dell’evoluzione personale o primitive ed estreme e andare ad intaccare il nostro esame di realtà e il nostro benessere psicologico.
Questo non significa che una persona equilibrata non utilizzi mai difese primitive. In momenti di forte stress ed emotività, la nostra mente corre ai ripari per evitare di subire danni troppo gravi.
Si tratta però solo di una ritirata strategica che permette alla persona di allontanarsi da una realtà troppo difficile da affrontare per poi ricominciare a pensare. La differenza tra equilibrio e patologia in questi casi sta nel tempo. Le difese devono essere utilizzate nel momento e per il tempo necessari.
Se una difesa viene applicata in maniera rigida e indiscriminata o non viene abbandonata dopo che la situazione che l’ha generata si è risolta si entra in un circolo vizioso. La difesa diventa un parte della persona e ostacola l’evoluzione (Leggi l’articolo “Ansia e routine”) e compromette la qualità dei rapporti interpersonali.
I meccanismi di difesa avvengono sempre all’interno di una relazione e hanno lo scopo di comunicare all’altro quel compromesso tra le proprie esigenze interiori e la realtà. L’uso massiccio di difese primitive ha infatti pesanti effetti collaterali: nei casi più gravi vanno a minare l’accuratezza con cui percepiamo il mondo che ci circonda (esame di realtà).
Questa distorsione della realtà separa la persona dal suo dolore e dalle sue paure impedendole di elaborarle e superarle. Così i livelli di angoscia aumentano e richiamando difese sempre più rigide ed estreme e inadatte a fronteggiare la realtà.
La psicoterapia si inserisce in questo circolo vizioso aiutando il paziente a prenderne consapevolezza e a trovare in sé gli strumenti per accedere a difese sempre più flessibili e adattive per far fronte ai problemi interni e esterni avviando invece un circolo virtuoso atto a migliorare la qualità della vita.
Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo o Psicoterapeuta a Roma
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