Social e disturbi alimentari: cosa succede alla nostra immagine corporea?

Social e disturbi alimentari: cosa succede alla nostra immagine corporea? 

 

La nostra immagine corporea è la rappresentazione mentale del nostro aspetto in tutti i suoi dettagli: forma, dimensione, taglia, unita ai sentimenti associati a ognuna di queste caratteristiche e alle singole parti del nostro corpo.

Questa rappresentazione del nostro corpo dipende da diversi aspetti:

-Percettivi.

-Cognitivi.

-Affettivi.

-Sociali e culturali.

Spesso l’immagine corporea non coincide con il nostro aspetto reale. Tendiamo ad averne una concezione alterata ad esempio dai nostri desideri, dal feedback che otteniamo dai pari o dal nostro confrontarci con gli altri.

Si tratta di un’immagine costantemente rimaneggiata in base a fattori:

-Biologici.

-Organici.

-Psicologici.

-Relazionali.

Questa immagine inizia a formarsi nell’infanzia confrontandoci con l’altro e scoprendo che siamo diversi per poi evolvere nell’adolescenza.

I cambiamenti a cui il corpo va incontro in questa fase sono molto rapidi perciò presto si perde l’identità legata al corpo infantile. In questa fase ci sentiamo smarriti e cerchiamo l’aiuto dei pari per comprendere questo nuovo corpo sessuato. In adolescenza entrano in gioco quei fattori sociali che contribuiscono a creare un’immagine corporea idealizzata alla quale aspiriamo e che è inevitabilmente diversa da quella interiorizzata.

 

Un canone estetico in continua evoluzione:

Come la moda e l’abbigliamento anche i canoni estetici sono in continuo cambiamento. Rispetto al passato adesso ci basiamo sui social che propongono un confronto fra pari, a differenza degli old media che offrivano dei canoni di bellezza che appartenevano solo a personaggi ritenuti irraggiungibili per cui il confronto poteva avvenire solo verso l’alto.

Nei social ci confrontiamo con persone come noi, sviluppando la sensazione che se non reggiamo il confronto è perché non ci siamo impegnati abbastanza. Non a caso la ricerca ha trovato una forte correlazione tra tempo passato sui social, insoddisfazione corporea e disturbi alimentari.

Like e commenti diventano lo specchio della nostra approvazione sociale e questo influenza la nostra immagine corporea, a volte fino a farci dubitare della nostra stessa percezione dell’immagine che vediamo riflessa allo specchio.

 

La nostra personalità influenza l’immagine corporea?

Secondo una ricerca (Sutin, & Terracciano, 2019) i cinque tratti base della personalità ovvero:

-Coscienziosità.

-Gradevolezza.

-Apertura mentale.

-Nevroticismo.

-Estroversione.

Influenzano direttamente il modo in cui vediamo il nostro corpo e quello degli altri e il modo in cui queste convinzioni influenzano come ci rapportiamo fra di noi.

Ad esempio chi ha alti livelli di coscienziosità tende ad essere più magro (Sutin, Ferrucci, Zonderman, & Terracciano, 2011) e un minore rischio di obesità (Jokela et al., 2013); mentre chi ha un forte nevroticismo è più facile che abbia un brutto rapporto con la propria immagine corporea (Armon, Melamed, Shirom, Shapira, & Berliner, 2013).

 

Come giudichiamo gli altri in base alla bellezza:

La ricerca dimostra come quando incontriamo nuove persone, ci facciamo un’idea di loro in base al loro corpo ancora prima di averci parlato per la prima volta (Hu, Parde, Hill, Mahmood e O’Toole, 2018).

Si tratta di stereotipi e pregiudizi su cui formiamo le prime impressioni. Dai risultati della ricerca si è dedotto che più il corpo è robusto più sono negativi i tratti che vi associamo a priori ad esempio: pigrizia e poca cura di sé. Al contrario un corpo magro ci crea l’aspettativa che la persona abbia tratti più positivi come sicurezza, entusiasmo e attenzione al proprio aspetto.

Anche la forma ci influenza: un corpo femminile a forma di pera (più largo sui fianchi) e maschile a trapezio rovesciato (spalle larghe e vita stretta) sono associati a tratti “attivi”, come estroversione o irritabilità. I corpi più rettangolari, sia maschili che femminili, sono associati a tratti “passivi”, come timidezza, affidabilità e essere calorosi (Hu, Parde, Hill, Mahmood, & O’Toole, 2018).

Si tratta di processi mentali universali che cambiano nella sostanza solo in base a cultura, etnia ed età dell’osservatore.

 

Che effetto hanno i social sull’immagine corporea?

Come abbiamo accennato i social abbattono le distanze tra noi e coloro con cui ci confrontiamo, ma non è il solo effetto. Uno studio di Hougue e Mills (2019), sostiene che dopo aver passato del tempo a guardare immagini di amici più attraenti sui social faccia peggiorare il giudizio sul proprio aspetto fisico.

I ricercatori hanno diviso in due gruppi soggetti tra i 18 e i 27 anni facendo cercare sui social a uno immagini di parenti e all’altro immagini di amici e conoscenti che ritenevano più attraenti di loro.

Il secondo gruppo dopo il test ha avuto un notevole abbassamento nel grado di soddisfazione rispetto al proprio aspetto (Hogue; Mills, 2019).

Sembrerebbe che i social tendano a confermare e radicalizzare le nostre credenze sull’immagine corporea rendendo più difficile farla avvicinare a quella reale.

 

Che rapporto c’è tra social e rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare?

Gli adolescenti e i giovani adulti sono i maggiori fruitori dei social e al contempo la fascia di età più colpita dai disturbi alimentari (Hay et al., 2017 citato da Alexandra R. Lonergan et al 2020).

I ragazzi sono bombardati da contenuti che promuovono standard di vita ed estetici irrealistici provenienti dal confronto con personaggi che possono dedicare enorme tempo e risorse alla cura del corpo o con corpi resi perfetti dall’uso di filtri sempre più difficili da distinguere da foto reali.

Confrontarsi costantemente con un ideale corporeo irraggiungibile attiva un meccanismo di paragone negativo che può portare i giovani ad accettare uno standard impossibile come metro di giudizio dell’adeguatezza del loro fisico.

Non essendo spesso realizzabile avvicinarsi a quei livelli si rischia di attivare una dispercezione corporea elevata, ovvero una visione virata eccessivamente al negativo del proprio aspetto. Se si consolida, può portare al dismorfismo corporeo, una delle principali caratteristiche di tutti i disturbi alimentari. Che consiste in una vera e propria alterazione della percezione della nostra immagine allo specchio che ci sembrerà sempre inadeguata o addirittura mostruosa.

A questo si accompagnano tristezza, frustrazione e bassa autostima che possono virare nella depressione o al ricorso a diete e stili di vita estremi e dannosi basati su informazioni trovate in internet o scambiate con i coetanei. Tutti questi sono fattori di rischio per l’insorgere di disturbi alimentari.

Uno studio di Sage Journals ha preso in esame ragazze tra i 18 e i 25 anni riscontrando una correlazione significativa tra l’uso di Instagram e le preoccupazioni relative all’immagine corporea e l’auto-oggettivazione.

Un fattore importante in questo ambito sono le immagini fitspiration (fitness+ispirazione) che abbondano su Instagram e nei video di TikTok , ovvero immagini che hanno lo scopo di motivare a fare più esercizio fisico e a mangiare in modo sano. Il problema è che sono usate senza la consulenza di un nutrizionista, dietologo o anche solo di un istruttore di fitness.

Questo espone a vari rischi chi cerca di combattere l’insoddisfazione che prova verso il proprio corpo tramite dieta ed esercizio fisico. L’interiorizzazione degli ideali di bellezza proposti dalla società assieme alla tendenza a confrontare il proprio aspetto con quello degli altri rende difficile fermarsi anche quando si iniziano a manifestare i primi effetti collaterali (Thompson et al., 1999; Van den Berg et al., 2002 citato da Jasmine Fardouly et al. 2017).

La ricerca di Sage Journal conclude che l’utilizzo di Instagram faciliti l’accettazione di un canone di bellezza ideale e scorretto, in quanto ci porta a preoccuparci eccessivamente della nostra immagine corporea e a confrontarci di più con il fisico presentato nelle immagini fitspiration. Anche se questo studio si concentra su Instagram, ci possiamo aspettare che effetti simili si si riproducano in maniera simile fra gli utenti di altri social come TikTok o Twitch.

 

Come difendere la propria immagine corporea:

Sia che tu sia un genitore o che lo faccia per te stesso i principi sono gli stessi, perché per trasmettere un principio in maniera efficace bisogna prima averlo fatto nostro.

La prevenzione è sempre il punto di partenza, la possiamo fare non tanto limitando l’uso dei social quanto educando i nostri figli e noi stessi ad un uso consapevole di essi.

In questo ambito specifico questo vuol dire sviluppare la capacità di avere uno sguardo più razionale quando si fruisce di contenuti relativi a come gestire il proprio corpo e la propria immagine.

Anche cercare di variare il tipo di contenuti, è utile a evitare la sovraesposizione alla quale l’algoritmo ci sottopone non appena capisce che ci stiamo interessando a un argomento.

Se invece ci rendiamo conto che noi o i nostri figli stiamo già subendo gli effetti negativi di cui abbiamo parlato. Ad esempio ci sentiamo a disagio con il nostro corpo, ansiosi quando ci confrontiamo con l’aspetto degli altri o depressi è importante chiedere aiuto a un professionista specializzato.

Ignorare questi campanelli d’allarme non farà altro che esporci al rischio di sviluppare disturbi dell’umore o disturbi del comportamento alimentare.

Un percorso di psicoterapia è un buon modo per recuperare un’immagine corporea più realistica e un rapporto con se stessi positivo.

Articolo a cura del Dott. Ariele Di Gioacchino – Psicologo e Psicoterapeuta a Roma e San Giovanni Rotondo (FG)

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Bibliografia e sitografia dell’articolo “Social e disturbi alimentari: cosa succede alla nostra immagine corporea?”:

Allen, M. S., Vella, S. A., Swann, C., & Laborde, S. (2018). Personality and the subjective experience of body mass in Australian adults. Journal of Research in Personality, 72, 73–79. doi:10.1016/j.jrp.2016.05.003

Allen, M. S., & Walter, E. E. (2016). Personality and body image: A systematic review. Body Image, 19, 79–88. doi:10.1016/j.bodyim.2016.08.012

Armon, G., Melamed, S., Shirom, A., Shapira, I., & Berliner, S. (2013). Personality Traits and Body Weight Measures: Concurrent and Across-Time Associations. European Journal of Personality, 27(4), 398–408. doi:10.1002/per.1902

Hogue, J. V., & Mills, J. S. (2019). The effects of active social media engagement with peers on body image in young women. Body Image, 28, 1–5. doi: 10.1016/j.bodyim.2018.11.002

Hu, Y., Parde, C. J., Hill, M. Q., Mahmood, N., & O’Toole, A. J. (2018). First Impressions of Personality Traits From Body Shapes. Psychological Science, 29(12), 1969–1983. doi: 10.1177/0956797618799300

Jokela, M., Hintsanen, M., Hakulinen, C., Batty, G. D., Nabi, H., Singh-Manoux, A., & Kivimäki, M. (2012). Association of personality with the development and persistence of obesity: a meta-analysis based on individual-participant data. Obesity Reviews, 14(4), 315–323. doi:10.1111/obr.12007

Sutin, A. R., Ferrucci, L., Zonderman, A. B., & Terracciano, A. (2011). Personality and obesity across the adult life span. Journal of Personality and Social Psychology,101(3), 579-592. doi:10.1037/a0024286

Sutin, A. R., & Terracciano, A. (2014). Five-Factor Model Personality Traits and the Objective and Subjective Experience of Body Weight. Journal of Personality, 84(1), 102–112. doi:10.1111/jopy.12143

Sutin, A. R., & Terracciano, A. (2019). Personality and the social experience of body weight. Personality and Individual Differences, 137, 76–79. doi: 10.1016/j.paid.2018.08.007Bibliografia

Burnette, C. B., Kwitowski, M. A., & Mazzeo, S. E. (2017). “I don’t need people to tell me I’m pretty on social media”: A qualitative study of social media and body image in early adolescent girls.

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Washington, DC: American Psy-chiatric Publishing.Fichter, M. M., & Quadflieg, N. (2016). Mortality in eating disorders—Results of a large prospective clinical longitudinal study. The Interna-tional Journal of Eating Disorders, 49(4), 391–401. https://doi.org/10.1002/eat.22501

Alexandra R. Lonergan, Kay Bussey, Jasmine Fardouly1, Scott Griffiths, Stuart B. Murray, Phillipa Hay4, Jonathan Mond, Nora Trompeter, Deborah Mitchison (2020). Protect me from my selfie: Examining the association between photo-based social media behaviors and self-reported eating disorders in adolescence. DOI: 10.1002/eat.23256

Jasmine Fardouly Macquarie University, Australia, Brydie K Willburger and Lenny R Vartanian UNSW

Sydney, Australia (2017). Instagram use and young women’s body image concerns and self-objectification: Testing mediational pathways. DOI: 10.1177/1461444817694499

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